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Centrosinistra pugliese nel caos: in tre pronti all’addio dopo il no sul fine vita

Non si placano le polemiche nella maggioranza in Regione dopo il rinvio della legge anti-Cassano e il no all’eutanasia votati dal Consiglio. Un clima incandescente che rischia di paralizzare l’attività fra accuse e veleni che vede uno contro gli altri gli alleati di governo, in particolare il Pd opposto al presidente Emiliano. Sulla legge sul…

Non si placano le polemiche nella maggioranza in Regione dopo il rinvio della legge anti-Cassano e il no all’eutanasia votati dal Consiglio. Un clima incandescente che rischia di paralizzare l’attività fra accuse e veleni che vede uno contro gli altri gli alleati di governo, in particolare il Pd opposto al presidente Emiliano. Sulla legge sul fine vita, invece, sono ai ferri corti il consigliere regionale Pd Fabiano Amati e il gruppo Cinque Stelle che ha bocciato la proposta dello stesso Amati. «Siamo al capolinea in Puglia – chiosa Amati attaccando il governo regionale, “reo” di aver fatto sponda con l’opposizione di destra per affossare un diritto civile che introduceva un’assistenza ad hoc per i pazienti terminali – Un grave errore se si considera che le regioni devono assicurare assistenza mirata in base a una sentenza della Corte costituzionale e a una circolare del Ministero della Salute». Di qui l’indice puntato contro i vertici regionali che hanno partorito un «non senso politico e giuridico calpestando la carne viva delle persone, il programma elettorale e le carte d’intenti del Pd».

Un attacco propedeutico, annuncia Amati, a creare «un’alternativa seria, competitiva e credibile». Secondo indiscrezioni lo stesso Amati, con i colleghi Donato Metallo e Ruggero Mennea stanno per uscire dal gruppo Pd per formarne uno nuovo di ispirazione civica che si rifà al sindaco Antonio Decaro. Un’iniziativa che punterebbe a uscire dall’angolo e a valorizzare la minoranza dem firmataria di decine di proposte di legge a dispetto dell’immobilismo della giunta. «Un’inerzia trasformata ieri in sabotaggio – chiude Amati – in barba a temi fondamentali esercitando un insopportabile condizionamento su decine di colleghi».

Sul fine vita, tuttavia, in soccorso di Emiliano vanno i Cinque Stelle. «Non può essere una singola Regione a legiferare su una materia così delicata», sostengono per poi aggiungere: «Siamo consapevoli del vuoto legislativo presente in Italia che va colmato, ma a farlo deve essere il Parlamento, il solo competente a legiferare su questa materia». Di qui la spiegazione anche del voto contrario alla proposta di legge Amati che a stretto giro controreplica: «Per evitare di sentire le sciocchezze del M5s, allego gli atti che attestano in modo inequivoco la competenza funzionale delle Regioni sull’argomento. Ci sono una circolare del Ministero della salute del 9 novembre 2021 e i verbali di due audizioni, svoltesi in data 7 aprile e 15 dicembre 2021, dei Ministeri della Salute e della Giustizia dinanzi alla Commissione salute della conferenza delle Regioni».

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