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Caro energia: a rischio povertà alimentare oltre 440mila famiglie in Puglia

A causa dell’aumento dei costi energetici, trainato dalle bollette del gas, le famiglie pugliesi spenderanno 1 miliardo di euro in più nel 2022. È quanto stima Coldiretti Puglia sulla base dei dati Istat sull’inflazione a settembre, con un aumento dell’11,5% dei costi dei beni alimentari. In cima alla classifica dei rincari, con un +60,5%, ci…

A causa dell’aumento dei costi energetici, trainato dalle bollette del gas, le famiglie pugliesi spenderanno 1 miliardo di euro in più nel 2022.

È quanto stima Coldiretti Puglia sulla base dei dati Istat sull’inflazione a settembre, con un aumento dell’11,5% dei costi dei beni alimentari.

In cima alla classifica dei rincari, con un +60,5%, ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole, che risente della guerra in Ucraina che è uno dei principali produttori, mentre al secondo posto c’è il burro in crescita del 38,1% e al terzo la margarina (+26,5%). Seguono il riso con un +26,4%, spinto anche dal crollo della produzione nazionale a causa della siccità, e il latte uht (+24,5%), davanti a farina (+24,2%) e pasta (+21,6%) proprio nel momento in cui nelle campagne si registrano speculazioni sul prezzo del grano con forti e ingiustificati cali dei compensi riconosciuti agli agricoltori. Ma, secondo Coldiretti, crescono del 18,4% e del 18,2% anche lo zucchero e i gelati, con la verdura fresca a chiudere la top ten degli aumenti a +16,7%, peraltro con un impatto pesante sui consumi di ortofrutta degli italiani.

«Con i rincari d’autunno sono a rischio alimentare oltre 440mila famiglie che in Puglia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare e rappresentano la punta dell’iceberg delle difficoltà – denuncia Coldiretti Puglia – in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie a causa dell’inflazione spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari».

Con la crisi un numero crescente di persone è stato costretto a far ricorso alle mense dei poveri. Tra i nuovi poveri, continua la Coldiretti regionale, «ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività colpite dalle misure contro la pandemia. Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche».

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