(Adnkronos) – Acque agitate al Nord, meno nel partito di Matteo Salvini. Di certo oggi la Lega si ritrova al suo interno una corrente ‘padana’, dopo la clamorosa mossa di Umberto Bossi, che sabato ha fatto sapere di aver dato vita al ‘Comitato Nord’. Una sorta di partito nel partito, pronto alla scissione, per alcuni, una ‘corrente’ che non metterà in crisi la leadership di Salvini per altri. Oggi il Senatur chiarisce all’AdnKronos, i contorni dell’operazione: “Quello che sto facendo è in linea con ciò che ho fatto tutta la vita: far valere le ragioni del nord”. Parole che sembrano gettare acqua sul fuoco, accreditando la lettura di una mossa del vecchio Capo che non è di scontro aperto con Salvini e con il suo partito nazionale.
“Non c’è nessuna fronda interna alla Lega”, assicura il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, spiegando che si tratta, da parte di Bossi, di voler “sottolineare la necessità dell’autonomia. Mi sembra sia un’idea, poi bisogna capire meglio, non sappiamo ancora niente”. Da via Bellerio bocche quasi tutte cucite, ma il clima sembra ora più sereno. Qualcuno azzarda “il nome di Bossi è strumentalizzato, nulla di rilevante”, dice un big del partito.
Intanto lo stesso Bossi ribadisce anche oggi che il suo è “un comitato interno alla ‘Lega per Salvini premier'”, parole che se allontanano i timori di uno scontro aperto nel partito, aumentano i malumori dei nordisti della vecchia Lega Nord e dei vari dissidenti, come l’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, l’ex deputato a capo dell’opposizione nel Carroccio, Gianni Fava e tanti altri che potranno solo vedere dal di fuori quanto accadrà nelle prossime ore, a partire dal consiglio federale convocato per domani a Roma. La precisazione del Senatur mette – per ora – fuori gioco il nord dissidente, come chiarisce anche Angelo Ciocca, uno dei due luogotenenti del vecchio capo, che per il Comitato dovrà curare i rapporti con i militanti e la Ue. “Quando Bossi ordina si può solo lavorare, quello del ‘Comitato Nord’ è un progetto che punta a evitare che la Lega si sfasci”, assicura all’AdnKronos.
L’eurodeputato sottolinea che chi vorrà aderire al Comitato dovrà essere tesserato per la ‘Lega per Salvini premier’. Ciocca frena così su ipotesi di scissione e sui rischi che l’operazione avrebbe per la leadership di Salvini: “Direi che non è lui in discussione, né vedo alle porte una scissione, perché chi vuole una scissione non fa mica un comitato interno a un partito da cui vuole uscire…”.
Il piano “è quello di rivendicare con forza le esigenze del nord, di ascoltare davvero quelle che sono le vere esigenze, le bollette e anche l’autonomia regionale”. Pare di cogliere una convergenza di temi con quelli dello stesso Salvini, le bollette in primis, il lavoro degli italiani.
“Questa – assicura – è una grande opportunità per la Lega, Salvini è intelligente e saprà coglierla”. “Per aderire al Comitato, all’idea di Bossi, bisogna essere interni, è questa la decisione, si prendano anche loro la tessera blu della Lega per Salvini premier”, dice con chiarezza Ciocca. I temi restano però anche quelli della rivolta dei territori, dopo la sconfitta elettorale. Bossi li rilancia con enfasi: “Il vessillo è quello che ha fatto grande gli ideali della Lega: l’autonomia per il Nord. Il fazzoletto e la cravatta verdi sono i nostri simboli di libertà”, dice ancora il Senatur.
Ciocca spiega poi che a Bruxelles porterà, come sempre fatto “le rivendicazioni del nord, nulla di nuovo”. Poi torna al Comitato, strizzando l’occhio ai leghisti duri e puri: “Chiunque vorrà indossare un fazzoletto verde è benvenuto, credo che in questo paese ci sia ancora la libertà di farlo”, dice, pregando di ricordare che “questo però non è un progetto di nostalgici, ma di attualità, nato dalla lettura del voto del 25 settembre, fatta da Umberto Bossi”. Parole che non scaldano ‘nordisti’ e ‘autonomisti’ come quelli che si preparano all’assemblea di Biassono, sabato 15.
Tra questi interviene Gianni Fava. “Onestamente sono dispiaciuto – dice all’AdnKronos – . Le circostanze con le quali nasce la cosiddetta corrente bossiana all’interno delle ‘Lega Salvini Premier’ sono quantomeno sospette”. “Non vorremmo – dice – che queste operazioni sotto il nome di Bossi servissero però a portare acqua al mulino dell’agonizzante Lega salviniana”.
Per Fava il rischio è che “questa iniziativa serve a confondere le idee su tanti che il 15 ottobre vogliono andare a Biassono nell’ambito dell’assemblea auto convocata per il Nord”. “Il 15 ottobre sarò a Biassono insieme a tanti amici anche per fare chiarezza una volta per tutte. Quell’iniziativa nulla ha a che vedere con la ‘Lega Salvini Premier’, ne tantomeno con surreali correnti nordiste all’interno della stessa”, avverte non senza ammettere una certa delusione.