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L’allarme di Bankitalia: cresce la differenza tra inflazione e retribuzioni

La forbice tra salari e inflazione torna a salire e interroga la politica che, insediato in nuovo governo, dovrà dare risposte a famiglie e imprese. A scrivere nero su bianco, dati alla mano, l’allargamento della distanza tra i due parametri è stata ieri la Banca d’Italia. Il governatore Ignazio Visco ha sottolineato come a fronte…

La forbice tra salari e inflazione torna a salire e interroga la politica che, insediato in nuovo governo, dovrà dare risposte a famiglie e imprese.

A scrivere nero su bianco, dati alla mano, l’allargamento della distanza tra i due parametri è stata ieri la Banca d’Italia.

Il governatore Ignazio Visco ha sottolineato come a fronte di un incremento dei prezzi arrivato al 9%, le retribuzioni siano rimaste al palo e, secondo le previsioni, non si rialzeranno in maniera significativa prima del 2024. In un approfondimento della Nota di aggiornamento al Def, viene previsto per le retribuzioni del settore privato un aumento dell’1,8% quest’anno, del 2,9% nel 2023 e del 2,5% nel 2024.

«Considerando l’elevata persistenza mostrata dal rialzo dei prezzi dei beni energetici – si legge nel documento di Bankitalia – sulla base delle previsioni di inflazione elaborate internamente, coerenti con quelle di altri previsori ufficiali, è ragionevole attendersi che la dinamica dell’indice sia rivista al rialzo». L’aumento del divario tra retribuzioni e inflazione, dunque, potrebbe anche risultare ottimistico e rivisto, in chiave peggiorativa, nei prossimi mesi.

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