Scarti di lana e canapa che diventano cappotti isolanti, integratori nutraceutici basati sulla dieta mediterranea per la fertilità femminile, potentissimi nutrienti naturali per le piante: i progetti delle startup pugliesi stati protagonisti della seconda giornata del Forum internazionale sulle biotecnologie industriali e la bioeconomia (Ifib), organizzato dal cluster italiano della bioeconomia circolare Spring, FederchimicaAssobiotec e Innovhub-SSI, in collaborazione con Regione Puglia, Puglia Sviluppo e Agenzia Ice.
«Siamo lieti per la visibilità che Ifib 2022 ha dato alle nostre startup – ha detto l’assessore allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci –. Le misure regionali TecnoNidi e Pin – Pugliesi Innovativi hanno impresso un grande sviluppo alle nostre startup. Oggi ne abbiamo quasi 700 in Puglia, incluse le startup che operano nella bioeconomia che sono quasi il 6% di tutte le startup italiane di settore».
“Sestre”, “Hackustica” e “Agricoltura 2 punto 0” le tre start up protagoniste all’incontro di oggi.
La prima è stata fondata dalla 31enne Sabrina Fiorentino, farmacista, tornata in Puglia, a Trinitapoli, dopo anni trascorsi all’estero e a Milano. Con la sua idea, Fiorentino è partita dalla dieta mediterranea per «creare integratori nutraceutici che potessero aiutare le donne a migliorare la propria fertilità in un contesto in cui non ci sono alternative naturali». La startup “Sestre” è cresciuta anche grazie all’ingresso nell’impresa della sorella biologa nutrizionista e di altre due ragazze tornate dall’estero e specializzate in ambito tecnologico. Oggi il prodotto creato da “Sestre” è presente in farmacia ma con l’e-commerce è arrivato il successo immediato con oltre mille clienti conquistati in un anno.
Di “Hackustica”, invece, ha parlato il cofondatore Leonardo Lococciolo, 26enne di San Vito dei Normanni. Ingegnere acustico specializzato in ingegneria civile, ha creato una startup di giovanissimi ingegneri e architetti che hanno avviato una ricerca sui materiali disponibili sul territorio pugliese idonei per l’isolamento termo-acustico intercettando «l’esigenza degli allevatori di smaltire la lana di scarto che è considerata un rifiuto quando va in discarica» ma «diventa un sottoprodotto di origine animale idoneo per essere convertito in pannelli isolanti».
“Agricoltura 2 punto 0”, infine, è un progetto di Davide Balbi, ceo anche di “Impatto Zero” (startup laziale selezionata tra 9 concorrenti): «Realizziamo ecosistemi per l’agricoltura in simbiosi tra piante e pesci – spiega. Abbiamo scoperto che le piante esprimono la loro massima capacità di crescita in un ecosistema organico come l’acquaponica, così ci siamo specializzati in questa tecnica di coltivazione, ottenendo il risultato di riuscire a coltivare piante utilizzando meno energia con maggiori nutrienti».
In Puglia, a febbraio 2022 operano, inoltre, 56 startup innovative della bioeconomia (numero che pone la regione al settimo posto in Italia). L’incidenza delle startup della bioeconomia pugliesi rispetto al totale delle startup della bioeconomia in Italia (pari a 1.003 in tutto il territorio nazionale) è del 5,6%.
Nella giornata di oggi, a Ifib sono stati affrontati i temi legati all’agroalimentare e ai nuovi biomateriali e, (nella prima delle due tavole rotonde) alla bioeconomia circolare. Infine, la tavola rotonda sulla decarbonizzazione nell’industria aeronautica. Per concludere il Best Poster Award che ha premiato il professor Vito Capriati dell’Università di Bari per il progetto di ricerca dedicato allo sviluppo e al miglioramento delle possibilità applicative degli enzimi per le bioconversioni.