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Tentò di uccidere il killer del capoclan: confermata condanna per affiliato alla “società foggiana”

La Corte di Appello di Bari ha confermato la condanna a 12 anni di reclusione per Massimo Perdonò, 45 anni, di Foggia, ritenuto affiliato al clan Moretti della “società Foggiana”, accusato di essere l'autore del tentato omicidio di Giovanni Caterino, la mattina del 18 febbraio 2018 a Manfredonia. Caterino qualche mese dopo fu arrestato, processato…

La Corte di Appello di Bari ha confermato la condanna a 12 anni di reclusione per Massimo Perdonò, 45 anni, di Foggia, ritenuto affiliato al clan Moretti della “società Foggiana”, accusato di essere l’autore del tentato omicidio di Giovanni Caterino, la mattina del 18 febbraio 2018 a Manfredonia.

Caterino qualche mese dopo fu arrestato, processato e condannato in primo grado all’ergastolo con l’accusa di essere il basista della strage del 9 agosto 2017 a San Marco in Lamis in cui furono uccisi il capo clan Mario Luciano Romito, il cognato Matteo De Palma che gli faceva da autista, e i fratelli Aurelio e Luigi Luciani che a bordo del loro furgoncino transitarono per caso sul luogo dell’agguato. La famiglia Romito, secondo l’accusa, voleva vendicare la morte di Mario Luciano uccidendo Caterino. Quella mattina tre killer armati di pistola e fucile a bordo di un’auto attesero che la vittima uscisse di casa e poi speronarono l’auto. Nell’impatto la macchina del commando rimase danneggiata e i sicari rinunciarono all’agguato. Fuggirono rapinando il veicolo a un passante.

Contro Perdonò ci sono le intercettazioni e le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia: il foggiano Carlo Verderosa e il viestano Pietro Danilo Della Malva.

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