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Miniello, la Cassazione dà ragione ai pm: il Riesame deve rivalutare il caso

Il Tribunale del Riesame dovrà rivalutare la posizione di Giovanni Miniello, il ginecologo barese finito ai domiciliari il 30 novembre 2021 con l’accusa di violenza sessuale su alcune pazienti e successivamente tornato in libertà. L’ha stabilito la terza sezione penale della Cassazione che ha accolto i quattro motivi di ricorso presentati dalla Procura di Bari…

Il Tribunale del Riesame dovrà rivalutare la posizione di Giovanni Miniello, il ginecologo barese finito ai domiciliari il 30 novembre 2021 con l’accusa di violenza sessuale su alcune pazienti e successivamente tornato in libertà. L’ha stabilito la terza sezione penale della Cassazione che ha accolto i quattro motivi di ricorso presentati dalla Procura di Bari contro l’ordinanza emessa il 30 dicembre scorso dallo stesso Riesame.

Quali sono, dunque, le argomentazioni poste dai pm alla base del ricorso? La prima riguarda il caso di una paziente in relazione al quale il Tribunale aveva ritenuto che mancassero i gravi indizi di colpevolezza a carico di Miniello: da una parte, i giudici avevano escluso che vi fosse “minaccia costrittiva” nei confronti della donna, dall’altra avevano riscontrato come il ginecologo le avesse prospettato di ammalarsi di tumore se lei non si fosse sottoposta a una particolare “terapia”. Quale? Quella a base di rapporti sessuali completi con lui. In questo comportamento, secondo la Cassazione, si configura la minaccia costrittiva.

Secondo motivo: secondo il Tribunale di Bari, Miniello non avrebbe approfittato della situazione di debolezza della stessa paziente, visto che quest’ultima «era stata in condizione di consultare un altro medico e di percepire la natura non terapeutica delle pratiche» proposte da Miniello. Una conclusione, quest’ultima, smentita dalla Cassazione secondo la quale, pur volendo prendere per buone le considerazioni del Tribunale, potrebbe configurarsi una violenza sessuale non per costrizione ma per induzione.

Il terzo motivo riguardava la presunta tardività delle denunce presentate da altre due pazienti che sostengono di essere state violentate da Miniello: per la Cassazione è plausibile che alle donne sia sfuggita, almeno in un primo momento, «la natura delle condotte» poste in essere da Miniello. Le pazienti, infatti, non sono «avvezze alla valutazione della effettiva pertinenza o meno delle pratiche sanitarie».

Ultimo motivo di ricorso, il Riesame non avrebbe valutato l’idoneità della custodia cautelare in carcere per Miniello. Anche su questo punto la Cassazione ha dato ragione ai pm che, nelle prossime settimane, potrebbero chiedere il rinvio a giudizio del medico.

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