Mariangela Fusco
Si dice che fra donne non ci sia solidarietà, spirito di squadra, coesione. Ma sarebbe tempo anche per questo luogo comune di chiudere i battenti, perché sono tantissime le donne che si stanno adoperando affinché accada, in modo molto più naturale di quello che gli ha consentito di aprirsi nelle nostre coscienze. Donne come Angela Burgio, Raffaella Distefano, Tiziana Petese, Mariagrazia Ramires, Graziamaria Rondinone, Valeria Sasso e Claudia Stea: sette donne pugliesi, quasi tutte con carcinoma mammario, operate e in cura presso la Breast Unit dell’Ospedale San Paolo di Bari, dove si sono incontrate e dove oggi ha sede Energia Donna (www.energiadonna.it), l’associazione no profit, di puro volontariato, da loro fondata il 7 dicembre 2020, volta ad accogliere e sostenere tutte le donne con la stessa diagnosi, con un occhio di riguardo anche alla prevenzione, «l’unico strumento che abbiamo per salvarci la vita» afferma la loro presidentessa, Mariagrazia Ramires, che ha subito l’intervento 17 anni fa, quando ne aveva solo 36.
Mariagrazia Ramires, c’era bisogno di un’altra associazione?
«L’abbiamo creata alla fine del primo anno di Covid per dare un tocco di luce a un periodo tanto buio; è iniziato tutto con un gruppo di auto mutuo aiuto in chat fra amiche, durante il primo lockdown; si chiamava “Donne San Paolo e oltre”, perché con il passaparola si sono pian piano unite a noi amiche in cura anche in altri ospedali. L’obiettivo era farci forza l’una con l’altra, passarci informazioni sulle soluzioni ai nostri problemi che non potevano aspettare la fine dell’emergenza. Di amica in amica, oggi siamo in 100. E l’obiettivo è sempre uno: che nessuna donna resti mai sola. La nostra è un’associazione fondata sul fare e sul donare, in cui le energie si uniscono per dar vita a progetti e atti concreti che possano rendere più leggero, per quanto possibile, il percorso oncologico alle donne e alle loro famiglie».
Per esempio?
«Grazie alle raccolte fondi, solo qualche giorno fa abbiamo potuto installare una tv in ogni stanza dei reparti di oncologia, alleggerendo la solitudine di questo periodo in cui non possono ricevere visite e anche noi non possiamo entrare per offrire una tisana, un sorriso, una parola di conforto; nel 2021 abbiamo donato un dermografo per la dermo-pigmentazione aureola-capezzolo post ricostruzione, un altro passo del percorso gratuito della Breast Unit del San Paolo; abbiamo creato la “Stanza delle donne”, dove in epoca pre-covid, organizzavamo incontri di diverso tipo, volti ad aiutare le donne a ritrovare nuovo equilibrio, e che speriamo di riprendere a breve. Inoltre, a dicembre e gennaio abbiamo formato 15 nuove volontarie per incrementare il sostegno alle donne che stanno affrontando questo percorso».
Per l’estate cosa vi siete inventate?
«Da giugno 2021 abbiamo la nostra squadra di canottaggio al Cus. E il prossimo 22 aprile, con il generoso contributo di un donatore, avvieremo un “per-corso” di vela & vita, con l’ausilio della nostra psicologa».
Sarà un mese “caldo” aprile, vuole dirci perché?
«Proprio oggi inaugureremo la “Stanza del benessere” nel reparto di senologia, creata con i fondi raccolti a Natale, un’oasi allegra e colorata, per prendersi cura di sé, anche con l’estetica, sia tradizionale, sia oncologica: le terapie creano conseguenze pesanti, anche su pelle e unghie, per non parlare dei capelli. Può sembrare superficiale, ma rivedersi belle è fondamentale per la ripresa, una parte importantissima della lotta contro il cancro. Speriamo che questa iniziativa sia anche l’occasione per spingere la raccolta fondi di Pasqua, perché il ricavato della vendita delle uova di cioccolato contribuirà alla realizzazione di un altro sogno: il pulmino che consentirà alle pazienti del San Paolo di non saltare più le sedute di radioterapia che bisogna fare a Barletta».
Ascoltare Mariagrazia è commovente, la sua voce avvolge di dolcezza, calore e riconoscenza la descrizione del sostegno umano e professionale di tutto il personale del San Paolo, dal primario a ogni operatore dei sorrisi sui volti delle pazienti per i corsi di ballo e di yoga, fondamentali per riprendere a respirare correttamente con le protesi nel corpo e distendere i muscoli delle braccia in caso di interventi ai linfonodi, per le tisane distribuite in reparto, per l’assistenza psicologica, per i “massaggi sonori” con le campane tibetane e per ogni altra attività gratuita che Energia Donna riesce a offrire. Se le crisi che stiamo attraversando servono a innescare una sorellanza come quella di Energia Donna, forse non andrà sempre tutto bene, ma ne usciremo davvero migliori.