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«Chi investe sulle donne investe sul futuro del Paese»

Nei nostri territori scorre un’energia difficile da consapevolizzare; un valore profondo visibile solo guardando oltre ciò che è noto, superando i sensi comuni: una forza generatrice di talenti preziosi, il cui cuore batte di passioni conquistatrici di bellezze nuove e inaspettate. Uno di questi talenti porta il nome di Beatrice Lucarella, classe ’75, di Martina…

Nei nostri territori scorre un’energia difficile da consapevolizzare; un valore profondo visibile solo guardando oltre ciò che è noto, superando i sensi comuni: una forza generatrice di talenti preziosi, il cui cuore batte di passioni conquistatrici di bellezze nuove e inaspettate. Uno di questi talenti porta il nome di Beatrice Lucarella, classe ’75, di Martina Franca, solare coordinatrice Puglia della Fondazione Marisa Bellisario, il cui obiettivo è sostenere le donne nel raggiungimento di condizioni di reali pari opportunità, nella loro vita professionale e personale. Ruolo che è solo la punta dell’iceberg di un curriculum straordinario, che culmina nelle esperienze più recenti: danovembre 2021 è una delle cinque persone scelte dal Ministero del Sud e della Coesione Territoriale per l’individuazione degli obiettivi strategici dell’FSC 2021/2027; è componente esperta nel “Women in Business Action Council” del B20 Indonesia 2022 ed è stata nello “Special Initiative on Women Empowerment” del B20 Italy; inoltre, ha ruoli di primo piano in Confindustria Taranto e Confindustria Puglia.

Beatrice Lucarella, un incarico più importante, e utile ai fini comuni, dell’altro.
«Uno dei compiti che mi inorgoglisce di più è quello di coordinatrice regionale della Fondazione Marisa Bellisario (che aveva origini pugliesi). A giudicare dagli ultimi dati disponibili, il lavoro culturale fatto in questi anni sulle donne e sulle giovani generazioni, insieme alle tante pugliesi d’eccezione coinvolte, ad altre associazioni e alle Istituzioni, sta funzionando, sia sul fronte dell’accesso a percorsi di formazione in materie STEM, sia sull’accesso delle donne a posizioni apicali».
Cosa la emoziona di più di questa parte della sua vita?
«Ogni giorno mi emoziona più del giorno prima e meno del giorno dopo. Perché incontro sempre più donne che hanno acquisito maggiore consapevolezza di sé. Per arrivare alle pari opportunità (che per me implicano anche pari capacità), c’è ancora un grande divario da colmare: molte donne, seppur capaci, sono tutt’oggi in difficoltà a proporsi per ottenere ciò che meritano e a passare dal ruolo di spettatrici a quello di protagoniste. È un cambio di passo su cui dobbiamo continuare a lavorare. L’uguaglianza di genere non riguarda solo la sfera valoriale della società, ma ne è una tematica centrale».
Nel tir consegnato qualche giorno fa dalla presidentessa della Fondazione, Lella Golfo, al Sindaco di Leopoli, c’erano beni raccolti dai presidi regionali, Puglia inclusa. Non vi siete risparmiate.
«Le emergenze umanitarie hanno sempre la priorità. Ci siamo mobilitate per le donne e i bambini ucraini, dividendoci i compiti per Regione (in Puglia abbiamo raccolto coperte e abiti), per garantire aiuti sensati ;in più molte di noi hanno accolto in casa delle rifugiate con i loro bambini. La Fondazione è anche questo: donne che aiutano altre donne. Chi investe sulle donne investe sul futuro del Paese».
Nel prossimo futuro che programmi avete?
«Riprenderemo il tour di Lella Golfo programmato prima della guerra: una serie di incontri istituzionali (dal 3 al 6 maggio in Puglia) e la presentazione del suo ultimo libro: “Donne che fanno la differenza” (Marsilio Editori): un modo prezioso per ripercorrere la storia della Fondazione, dedicato a tutte le donne, affinché trovino ispirazione magari, e diventino sempre più protagoniste della loro vita».
Marisa Bellisario ha ispirato anche lei?
«Altrimenti non sarei qui. Ma il mio grande esempio è stata mia madre, che da 40 anni (contro ogni cliché dell’epoca) è imprenditrice, madre meravigliosa e moglie di un uomo, mio padre, con cui ha sempre fatto squadra, uno accanto all’altra sempre, ognuno con il proprio ruolo, ma comunque nucleo, famiglia».
Dal suo “osservatorio” del Ministero del Sud, cosa pensa serva alla Puglia per farcela?
«Dobbiamo lavorare sulle infrastrutture e sulla valorizzazione dei borghi, sia in ottica di turismo legato alla qualità culturale, sia investendo sui servizi di prossimità sociale, come palestre, scuole e asili nido».
E da un punto di vista più personale?
«Nella vita bisogna avere coraggio, determinazione e un pizzico di sana competizione, quella che ci permette di esprimere al meglio il nostro essere. E anche tanta voglia di fare».
Lei cos’altro ha voglia di fare?
«Ho ancora voglia di creare rete, perché più siamo, meglio è. E più aumenta la collaborazione pubblico-privato, meglio andrà anche il Paese. Da soli si arriva fino a un certo punto, insieme si va molto più lontano. Ed è anche più esaltante».

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