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I progressisti? Feriti ma non morti

C’è una narrazione poco chiara che si è fatta strada nei commenti del risultato elettorale. Fratelli d’Italia si è imposto come il partito più votato. Le regole della legge elettorale, che favoriscono le aggregazioni nei collegi uninominali, disegnano inoltre un Parlamento con una maggioranza schiacciante. Fin qui i fatti. Non è corretto, invece, affermare che la coalizione guidata da Giorgia Meloni sia stata la più votata dagli italiani e non solo perché uno su due non si sia recato alle urne. Prendiamo le percentuali di voti al Senato: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati hanno conseguito il 44% dei consensi.

Il centrosinistra “ipotetico”, invece, da Calenda a Fratoianni e Movimento Cinque Stelle, supera il 49%. Gli italiani, dunque, non hanno scelto il centrodestra ma il centrosinistra, anche in maniera piuttosto netta. La legge elettorale ha fatto il resto, con la responsabilità di chi sapeva che senza unità non sarebbero bastati neanche il 50% dei voti.

Mentre quasi un italiano su due si è recato alle urne sostenendo una idea di Paese, dunque, si ritroverà una maggioranza schiacciante in Parlamento che va nel senso opposto.

Sarebbe il caso di ripartire da qui ora che, a bocce ferme, ci si domanda perché la gente considera sempre più inutile andare a votare.

È questo che i partiti del centrosinistra dovrebbero spiegare, facendo senz’altro mea culpa, ma senza negare l’esistenza di un corpo elettorale che è passato sopra a tutto pur di non rinunciare a quel campo progressista, frantumato tra personalismi e dispetti.

È molto più facile, come del resto sta accadendo, ammettere la sconfitta con l’unico intento di rialzarsi il prima possibile. Senza analisi e corretta interpretazione della realtà, però, gli errori rischiano di essere le uniche cose che si ripeteranno in futuro.

Il tutto, possibilmente, andrebbe fatto rinunciando alla retorica del pericolo democratico urlato per delegittimare l’avversario. Giorgia Meloni e la destra, nella logica dell’alternanza democratica, hanno tutto il diritto, anzi il dovere, di mettersi alla prova con il Paese reale. A maggior regione che questa legge elettorale, loro, non l’hanno neanche votata.

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