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“Vite di cera” del salentino Antonio Romano tra i testi di riferimento dell’Università Cattolica di Roma

Il libro “Vite di Cera” (Musicaos editore) di Antonio Romano è stato inserito tra i testi di riferimento per l’insegnamento di “Infermieristica clinica nella cronicità e disabilità”, corso del professor Cesare Manuele, della Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Antonio Romano, nato a Galatina nel 1983, è laureato in Educazione socio-ambientale…

Il libro “Vite di Cera” (Musicaos editore) di Antonio Romano è stato inserito tra i testi di riferimento per l’insegnamento di “Infermieristica clinica nella cronicità e disabilità”, corso del professor Cesare Manuele, della Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

Antonio Romano, nato a Galatina nel 1983, è laureato in Educazione socio-ambientale all’Università del Salento nel 2007. Nel 2011 consegue la laurea in Infermieristica all’Università degli Studi di Siena. Lavora come infermiere presso l’ospedale di Casarano nel reparto di Endocrinologia e Diabetologia. Nel 2019 gli viene diagnosticato il diabete di tipo 1.

Nel suo libro parla proprio di patologie come il diabete di tipo 1, l’alzheimer, la neoplasia, la schizofrenia, la fibrosi polmonare, la depressione, la cardiomiopatia. «Se si potessero raccontare attraverso le emozioni?» si chiede l’autore. Il libro, con una sensibilità coinvolgente, aiuta a meditare sulle dinamiche sociali e sull’intramontabilità delle vicissitudini umane.

Sei racconti realistici che, avvalendosi costantemente della polisensorialità di immagini e suoni, presentano sentimenti forti, crudi, rendendo il lettore protagonista di una realtà che appartiene indistintamente a tutti noi.

Le storie che l’autore ha raccolto sono frutto di un percorso professionale e di vita, con le reazioni, le riflessioni, i sogni, i desideri, i ricordi, le speranze e tutto ciò che comporta convivere con la cronicità di una patologia, per valutare nuove prospettive, lasciare un’impronta. Nepente, l’infermiere che racconta le vicende dei saggi narrativi, instaura un rapporto unico ed irripetibile con l’assistito, col fine di ricercare una collaborazione nella strategia terapeutica, finché un colpo di scena, durante la narrazione, lo assorbirà nella sua stessa trama. Da regista diventerà attore, trovando la propria vita completamente stravolta e trasformandosi, col suo nuovo percorso da tracciare, nel sesto personaggio. Questa esperienza inattesa cambierà il suo modo di scrivere, interpretare e pensare. Nepente si ritroverà ad esplorare un orizzonte inedito che, fino a poco tempo prima, pensava lontano da lui e dalla maggior parte di tutti noi.

Lo schema di riferimento e di partenza adottato per la costruzione delle descrizioni è basato su un approccio metodologico denominato Nursing Narrativo, in cui non ci si trova dinanzi alla classica impostazione e ai particolari strutturali del saggio poiché l’articolazione delle narrazioni proviene direttamente da ciò che emerge dai soggetti.

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