«Premiare solo chi ha veramente operato in favore di Matera e la sua provincia». Questo il suggerimento dell’ex sindaco della Città dei Sassi, Raffaello De Ruggieri, il quale ha voluto dire la sua in vista delle elezioni politiche di domenica 25 settembre.
Avvocato, cosa ne pensa della riforma del Titolo Quinto?
«La riforma del Titolo Quinto della Costituzione italiana è il frutto delle forti pressioni del sovranismo regionale. La invocata autonomia differenziata è il rafforzamento arrogante di una storicizzata condizione di privilegio costituita sottraendo risorse al Mezzogiorno, grazie alle distrazioni, ai silenzi e alla compiacenza della gracile classe dirigente meridionale. Il divario Nord-Sud si supera unendo il Paese non dividendolo con la secessione dei ricchi. Infatti, non è più accettabile che materie di primario interesse pubblico come la salute e la istruzione possano essere disciplinate da ogni regione, ma vanno ricomposte in un assetto unitario normativo e gestionale affidato alla responsabilità del Governo democratico della Repubblica Italiana. Recenti pronunce dell’autorità amministrativa e la tragedia della pandemia da Covid-19 impongono tale obbligata modifica della Costituzione Italiana».
Quali sono i rischi per la Basilicata in merito?
«Un leader nazionale, candidato in Basilicata, per eccitare la folla e catturare massimo consenso, si è presentato in piazza Duomo a Milano indossando una maglietta con la vistosa scritta “prima il Nord”. Questo è il vero obiettivo della autonomia rinforzata pretesa dalle regioni del nord, prime fra tutte Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, trattenere le imposte per riversarle in maggiori servizi ed investimenti nei propri territori. La Basilicata, testimone inerte del suo spopolamento e del mancato rafforzamento della sua economia, non può accettare, pena la sua riduzione a gerontocomio, tale interessata scelta che rapporta il finanziamento dei servizi al gettito fiscale del proprio territorio stabilendo il principio anticostituzionale secondo cui i diritti di cittadinanza, a cominciare dalla istruzione alla salute, possono essere diversi tra i cittadini italiani, maggiori laddove il reddito pro-capite è più alto. La Basilicata, e coloro che prossimamente la rappresenteranno in Parlamento, dovranno farsi carico di fornire l’antidoto costituzionale a tale divisivo percorso, difendendo e applicando il principio costituzionale dell’art. 119 della Costituzione, affermante che “la legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante”. Tale perequazione non si rispetta con la proposta “sovranista”, bensì con il rispetto e la garanzia che in tutte le regioni, soprattutto quelle più deboli, siano prioritariamente garantiti i livelli essenziali delle prestazioni (LEP). Solo dopo il raggiungimento di tale equilibrio nazionale si potrà parlare di autonomia. Solo così, con le dovute risorse, potrà superarsi l’attuale squilibrio sociale infrastrutturale ed economico di un Sud sempre più non garantito nella sua crescita e nel suo sviluppo».
La comunità di Matera risulta penalizzata sulla questione della rappresentanza parlamentare con la candidatura di numerosi soggetti “esterni” al territorio che concorrono qui. Cosa si sente di dire a tal proposito? Da ex sindaco quale invito rivolge ai materani?
«La individuazione di circoscritte aree elettorali richiama di per sé la presenza di attori locali perché naturalmente conoscono più di altri le questioni del proprio territorio per averle vissute, sofferte e anche amate. Di qui la opportunità che i candidati siano del posto. Di questo gli elettori devono tener conto, anche se può servire la impegnata presenza di soggetti che, per autorevolezza e per competenza, traducano in lavoro politico le aspirazioni e le esigenze della comunità rappresentata. Ai miei concittadini dico di ponderare la dignità e i risultati raggiunti nell’azione politica da parte dei candidati in campo per premiare coloro che hanno veramente e concretamente operato in favore di Matera e della sua provincia».
Tante le opere su cui lei ha messo le basi per lo sviluppo locale. Un esponente del territorio, quindi, garantirebbe l’attuazione dei progetti in cantiere? Se si, quali?
«Il Governo di un Comune comporta la costanza di un impegno indomabile. Per il Mezzogiorno il successo della gestione politica di una città dipende dalla rivoluzionaria dimensione dei suoi governanti i quali devono essere “salmoni” e “giraffe”. Salmoni perché si vince se si va contro corrente avendo un obiettivo e avendo la consapevolezza dei rischi del difficile percorso; giraffe per studiare il futuro, non per sceglierlo ma per costruirlo su binari innovativi e inesplorati. Con questa visione, tra mille difficoltà procedurali e tra i rituali agguati di una politica spalmata nell’imponderabile individualismo degli eletti, sono riuscito a costruire un articolato e organico patrimonio di progettualità, garantito da finanziamenti, che andava semplicemente tradotto in prodotti economici e sociali. Purtroppo questo imponente “granaio” è ancora chiuso in un buio magazzino e lentamente il tempo lo sta macerando. Una città che poteva volare risulta allo stato zavorrata, di qui anche la opportunità che le prossime elezioni possano esprimere collaudati e capaci produttori di un nuovo corso di sviluppo e di occupazione per la città di Matera, spesse volte umiliata ed incompresa».
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Di Redazione16 Novembre 2024