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Un nuovo futuro per il Sud

Manca poco al voto e permangono tante incertezze emerse nel corso di questa campagna elettorale, durante la quale non sono mancate promesse e polemiche, ma nello stesso tempo, oltre ai tanti slogan comparsi sui manifesti elettorali non molte sono state le proposte “del fare” per affrontare questa fase così critica e complessa. Nonostante i dati economici indichino una tenuta del pil nazionale almeno nel primo semestre (circa +3%), non possiamo certo stare tranquilli: l’inflazione viaggia oltre l’8%, l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime si riflette sulle imprese, sui lavoratori e sulle famiglie. Evidenziamo una forte preoccupazione sul nostro territorio, anche per i numerosi tavoli di crisi incardinati presso la task force regionale, sulle fasce più deboli della popolazione, in particolare per i nuclei familiari con pensionati, beneficiari di trattamento minimo, lavoratori percettori di ammortizzatori sociali, dei tanti disoccupati e di numerosi working poor.

Su tutti questi la Cisl da tempo chiede alla politica e alle istituzioni più attenzione sociale ed economica, perché il rischio è che gli effetti pesanti della crisi finiscano per incidere di più per tanti di loro, oggi al limite della sopravvivenza. Diversi sono coloro che per problemi economici, addirittura rinunciano anche a curarsi. In Puglia si stimano circa 200mila lavoratori poveri, due milioni di inattivi, 440mila famiglie in povertà relativa, circa un milione e mezzo che non supera 10mila euro dichiarati e 205mila disoccupati.

Adesso è il momento di passare dai progetti, ai cantieri, agli investimenti, per una crescita strutturale; ed è un passaggio urgente, per rispettare la tempistica e la spesa del Pnrr, ma nello stesso tempo anche delicato, poiché in gran parte articolato nell’impegno di enti, destinatari delle risorse, che spesso non dispongono del personale necessario e delle adeguate professionalità interne per affrontare la realizzazione di interventi anche molto complessi. Non si può certo scaricare il problema della mancanza di risorse umane tutto sugli enti locali, dopo che per anni c’è stata una riduzione di personale, senza turnover, né si può pensare di cambiare parti del Pnrr magari chiedendo rinvii o moratorie.

Auspichiamo, come Cisl Puglia, che ci possa essere confronto e condivisione altresì con la politica locale, enti e istituzioni, e che tutto ciò possa rilanciare risolutivamente lo sviluppo economico e sociale, guardando alla possibilità di creare nuova occupazione in particolare per donne e giovani. In questo scenario incerto, non dobbiamo dimenticare che oltre il 90% delle imprese italiane sono piccole e medie, e che impiegano circa l’80% dei lavoratori totali. La Puglia, con quasi 6.400 pmi e con 180mila dipendenti, ha fatto segnare una riduzione del 4% del fatturato contro l’8,6% di media nazionale, con una flessione del 2,8% rispetto al 2019 ma superiore del 10,5% rispetto al 2007.

Le pmi, in questi ultimi anni, quelle rispettose di leggi e contratti, hanno dimostrato però di rispondere alla crisi con resilienza e quindi con duttilità ai mutamenti di questo difficile scenario economico, ma comunque restano sotto il rischio degli effetti negativi che si intravedono all’orizzonte: costi energetici e delle materie prime.

Secondo alcune stime la spesa aggiuntiva per il caro energia supera ormai i 20 miliardi di euro negli ultimi 12 mesi, la sola Puglia ha costi maggiorati per oltre 1,1 miliardi. Il fenomeno crisi a questo punto è strutturale, occorre grande senso di responsabilità e una forte capacità di fare sistema, di lavorare insieme, rappresentanti dei lavoratori e delle imprese, istituzioni, politica, per superare questa fase e per costruire una intesa comune nell’interesse di tutti. Si parla molto di preoccupazione, di un autunno difficile, giustamente si fa riferimento molto alle imprese ma che riguarda tantissimi lavoratori, pensionati e numerose famiglie che stanno pagando, da qualche mese, costi insostenibili. Non è solo un problema di aiuti, peraltro indispensabili, in realtà si tratta di definire un percorso che consenta non solo di superare la crisi congiunturale ma anche di porre le basi di una crescita economica solida. A conferma di ciò, ricordiamo che la Puglia è nel mezzo del Mediterraneo e che potrebbe volgere la funzione di piastra logistica e di hub energetico, tra l’altro oggi è leader nella produzione di energia da rinnovabili. La politica deve pensare sempre più a interventi responsabili che non si limitino al breve periodo ma che siano alla base di un nuovo progetto di crescita economica e sociale, di medio e lungo termine, integrato a uno sviluppo industriale, energetico, ambientale, infrastrutturale anche regionale e perché no, con eventuali benefici diretti rispetto per esempio, alle politiche energetiche. Per farlo non servono tifoserie contrapposte ma, come stiamo ribadendo da mesi, un impegno comune contrastando nel concreto su tutto il territorio, in primis diseguaglianze e povertà con maggiore coesione sociale.

Intanto domenica prossima, chiediamo ai cittadini di non astenersi e di recarsi alle urne, perché votare è un diritto e perché non è tempo di conflitti sociali ma di intese, di partecipazione. È tempo della politica “del fare”, così come molto c’è da fare per realizzare un Paese con più lavoro e più sviluppo, mentre si fanno più stringenti anche le emergenze climatiche, ma che per affrontarle in termini di prevenzione abbiamo fatto troppo poco, e che intanto portano morti e disastri come è avvenuto, qualche giorno fa, anche nelle Marche, a cui va tutta la nostra solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite dall’alluvione. Proprio in questa direzione vanno, ancora una volta, le proposte della Cisl nazionale che nei giorni scorsi, attraverso il segretario generale Luigi Sbarra, ha presentato l’agenda sociale a tutte le forze politiche: 12 punti d’intervento per “Ripartire insieme”.

Antonio Castellucci è segretario generale Cisl Puglia

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