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Caso Richetti, “crolla castello bugie costruito per diffamarmi”

(Adnkronos) - "Le notizie pubblicate nelle ultime 48 ore hanno fatto definitivamente crollare il castello di bugie costruito per diffamarmi e pubblicato da Fanpage. Da subito si è capito come le accuse nei miei confronti fossero del tutto infondate e provenissero da una fonte del tutto inattendibile". Lo scrive, in una nota, il senatore di…

(Adnkronos) – “Le notizie pubblicate nelle ultime 48 ore hanno fatto definitivamente crollare il castello di bugie costruito per diffamarmi e pubblicato da Fanpage. Da subito si è capito come le accuse nei miei confronti fossero del tutto infondate e provenissero da una fonte del tutto inattendibile”. Lo scrive, in una nota, il senatore di Azione Matteo Richetti. 

“La parola fine è venuta dall’intervista pubblicata oggi sul quotidiano ‘Domani’ con la Sig.ra Rogati. Dall’intervista emerge in modo chiaro che, nonostante le smentite, la fonte di Fanpage è proprio la Rogati. Questa però, pur tra mille contraddizioni, ha detto una sola cosa chiaramente: non c’è stata alcuna molestia o altro comportamento inappropriato da parte mia né nell’incontro a cui si fa riferimento nel pezzo di Fanpage né in altre occasioni”, prosegue Richetti, che sottolinea: “Da altri articoli pubblicati in queste ore e dalla stessa intervista è anche emerso che la Sig.ra Rogati si sarebbe presentata insieme a parlamentari avversari di Azione presso varie redazioni fin dal mese di aprile di quest’anno per sottoporre un dossier sulla vicenda finalizzato a screditare me e il mio partito”. Per Richetti “sono entrambe circostanze gravissime, e il fatto che tutto questo sia avvenuto a pochi giorni dal voto rafforza la mia convinzione che si tratti di diffamazione a orologeria”. 

“Lo conferma il silenzio di Fanpage, che dovrebbe spiegare perché ha pubblicato senza verificare accuse fornite da una fonte così inattendibile già coinvolta in passato in vicende simili. E, soprattutto, dovrebbe far sapere al pubblico chi sono i parlamentari che hanno accompagnato la Rogati nella presentazione del suo presunto dossier”, insiste il senatore di Azione. “In un paese normale – chiosa Richetti – il direttore di una testata responsabile di un fatto così grave, si sarebbe già dimesso, scusandosi con il sottoscritto”. 

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