Il peso dei costi di luce e gas che aumentano vertiginosamente, hanno iniziato a far sentire il loro peso anche sulle strutture pubbliche come gli ospedali. Al Policlinico di Bari – fanno sapere dall’amministrazione – è stato già previsto un aumento che si aggira attorno ai 5 milioni di euro sul bilancio di fine anno.
Gli effetti di questi aumenti rischiano di mettere a dura prova le aziende sanitarie e la loro capacità di erogare i servizi ai pazienti. A differenza di altre strutture pubbliche, come scuole o uffici, gli ospedali sono strutture in cui è molto difficile tagliare il consumo energetico. Ci sono macchinari che devono necessariamente essere attivi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 come gli apparecchi di radiodiagnostica o le Tac. Senza contare l’energia necessaria per garantire il funzionamento delle sale operatorie o delle terapie intensive, su cui non posso esserci risparmi. Il direttore generale del Policlinico di Bari e presidente della Fiaso (la federazione che raccogliere le aziende sanitarie e ospedaliere italiane), Giovanni Migliore, ha più volte sollevato il problema nel corso degli ultimi mesi e chiesto al Governo un intervento sul modello del contributo straordinario Covid per affrontare il caro energia. Fondi che sono stati inseriti nell’ultimo decreto aiuti, approvato proprio negli scorsi giorni all’unanimità da parte del Consiglio dei Ministri.
«Dal Governo è arrivato uno stanziamento importante per aiutare gli ospedali e le aziende sanitarie a fronteggiare una nuova straordinaria emergenza che ha i caratteri di una pandemia energetica – ha dichiarato Migliore».
Il decreto aiuti ter prevede un incremento di 400 milioni di euro del fondo destinato al Servizio sanitario nazionale allo scopo di contribuire ai maggiori costi determinati dall’aumento dei prezzi delle fonti energetiche e al perdurare degli effetti della pandemia. «Con i direttori generali della Fiaso, a fronte del raddoppio del costo delle bollette, avevamo chiesto da settimane un intervento di sostegno – prosegue Migliore – È un segnale importante, anche perché sono risorse destinate esclusivamente alle aziende del servizio sanitario nazionale e non genericamente agli enti locali come in passato».