La Xylella mette a repentaglio la produzione dell’olio extravergine di oliva. A lanciare l’allarme è Coldiretti Puglia che, in una nota, denuncia come «nell’intera provincia di Brindisi la continua avanzata della Xylella fastidiosa, con la presenza sempre più numerosa di oliveti con evidenti disseccamenti caratteristici dell’infezione dovuta al batterio, ha provocato conseguenze gravi nella parte Sud del territorio provinciale anche sulla produzione e una diminuzione dell’olio extravergine che in tali comprensori raggiunge anche il 50% in meno rispetto alle annate precedenti».
Ma non è solo il Brindisino a risentirne. Secondo la maggiore associazione di settore, infatti, «a causa della Xylella sono andate perse tre olive su quattro in provincia di Lecce, dove il crollo produttivo è divenuto incontrovertibile dal 2014 ad oggi». E non basta il riconoscimento, da parte del ministero delle Politiche agricole, dello stato di calamità per le province di Lecce, Brindisi e Taranto. A spaventare è anche l’avanzata della malattia in provincia di Bari a causa di un nuovo focolaio a Polignano a Mare: sarebbero infatti 18 gli ulivi infetti rinvenuti nella zona. Per l’associazione è necessaria «una strategia di contenimento più incisiva e l’individuazione di nuove risorse per far fronte a un danno al patrimonio olivicolo, al lavoro e al turismo, che ha raggiunto quasi i 3 miliardi di euro».
«La diffusione della Xylella fastidiosa – prevede Coldiretti – potrà causare un impatto economico negativo sino a 20 miliardi sull’olivicoltura italiana ed europea», come evidenzia lo studio della prestigiosa rivista americana Pnas (Atti della Accademia Nazionale delle Scienze).
E, come se non bastasse, alla Xylella si aggiungono anche la pandemia, la siccità e l’aumento esponenziale dei costi. «In Italia abbiamo avuto una perdita media del 30% – dice David Granieri, presidente del consorzio olivicolo italiano Unaprol – e questa situazione sicuramente non è attribuibile solo alla Xylella, che ha già un dato storico di infezione in Puglia. A questo si aggiungono tanti altri problemi come la siccità, a Brindisi come a Foggia e nell’area della Bat». Per Confagricoltura si tratta di «uno scenario pericoloso per il futuro dell’oro verde italiano». Secondo Walter Placida, presidente della Federazione nazionale olivicola dell’Organizzazione, «la produzione (nazionale, ndr), a meno di importanti avversità meteorologiche o fitopatie dell’ultima fase, ha comunque avuto una diminuzione media del 30%, che ha raggiunto punte anche del 40% rispetto all’anno scorso».