La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato il piano dell’Unione per l’energia. Il pacchetto di misure dovrà ora passare all’esame del Consiglio per l’ok finale. I ministri dell’Energia dell’Ue puntano a trovare un accordo entro il prossimo Consiglio in calendario il 30 settembre. Tra le proposte figurano il taglio vincolante dell’elettricità per la quota del 5% nelle ore di punta (che dovranno essere almeno il 10% delle ore giornaliere di consumo) con l’obiettivo di una riduzione mensile del 10%.
Un tetto di 180 euro per megawattora sui ricavi dall’elettricità prodotta non da gas, la cui quota eccedente sarà ritenuta extra-profitto e verrà dirottata a sostegno di famiglie e imprese vulnerabili (in concreto, gli operatori che generano elettricità da fonti diverse dal gas non potranno venderla in Europa a un prezzo più alto). E un contributo di solidarietà da parte delle aziende energetiche dell’Oil&Gas del 33% sull’eccedenza di utile di oltre il 20% rispetto alla media degli scorsi tre anni.
«Quasi tutti questi provvedimenti sono irragionevoli – commenta Riccardo Amirante, docente al Politecnico di Bari ed esperto di energia – A partire dalla riduzione dell’elettricità: una ulteriore vessazione per i cittadini che dal punto di vista tecnico è praticamente inutile». Un risparmio che non va a intaccare “lo zoccolo duro” dei consumi. «I consumi energetici che creano i picchi di richiesta arrivano principalmente dall’industria, quella dei trasporti in particolare, non certo dalle abitazioni civili – prosegue Amirante – Questo provvedimento non può livellare i picchi della richiesta».
Per l’esperto non va nella direzione giusta nemmeno la proposta di mettere un tetto all’energia prodotta da fonti rinnovabili. «Non si possono paragonare forme di approvigionamento energetico così diverse tra loro – prosegue Amirante – Abbiamo l’esigenza di rispondere a una domanda energetica che non trova al momento una corrispondente offerta. Per questo i prezzi stanno lievitando: il mercato è regolato dalla legge della domanda e dell’offerta, al di là delle speculazioni».
Per far scendere il prezzo dell’energia per Amirante la soluzione è quella di un incremento dell’offerta di energia e non il suo blocco. «Noi abbiamo bisogno che più operatori, soprattutto nell’ambito delle rinnovabili, possano immettersi all’interno del mercato con una idea di profitto. Questo blocco dei prezzi anche sul settore delle energie green non farà altro che scoraggiare gli investitori – conclude – anzi paradossalmente le aziende che sono in grado di produrre energia adesso si trovano in sofferenza. Anche se c’è tanta richiesta e lavoro da mettere in campo, non si riesce a farlo perché manca un ritorno economico in tempi brevi. Più offerta farebbe schizzare il prezzo verso il basso diminuendo i costi, in una forma spontanea e controllata».