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Violenza sulle allieve minori: definitiva la condanna a un istruttore tarantino

Furono violenza sessuale e non massaggi decontratturanti, quegli incontri in una stanzetta chiusa a chiave della palestra con due allieve minorenni. Ora è definitiva la sentenza di condanna a sei anni e otto mesi di reclusione per l'istruttore di palestra tarantino di 48 anni arrestato il 20 novembre del 2018 con l’accusa di violenza sessuale…

Furono violenza sessuale e non massaggi decontratturanti, quegli incontri in una stanzetta chiusa a chiave della palestra con due allieve minorenni. Ora è definitiva la sentenza di condanna a sei anni e otto mesi di reclusione per l’istruttore di palestra tarantino di 48 anni arrestato il 20 novembre del 2018 con l’accusa di violenza sessuale ai danni di minorenni.

Dopo la Corte d’appello, ieri sera anche i giudici di cassazione hanno confermato la sentenza di primo grado decisa dal giudice Pompeo Carriere al termine di un giudizio con rito abbreviato. Le due ragazze, minorenni all’epoca dei fatti, si sono costituite parti civili con gli avvocati Giovanni Corrente e Giorgia De Tomasi. In loro favore c’è una provvisionale, cioé un risarcimento immediatamente valido, di circa 40mila euro ma sarà poi una causa civile a stabilire eventuali risarcimenti.

I legali hanno presentato richieste di risarcimento danni complessiva per circa 750mila euro. Confermate anche le pene accessorie: i giudici hanno stabilito l’interdizione in perpetuo da incarichi nelle scuole o altre strutture pubbliche e private frequentate da minori. A pena espiata, per un anno l’imputato non potrà svolgere lavori a contatto con minori, avvicinarsi a meno di 50 metri da scuole, asili, palestre, sale giochi e altri luoghi frequentati da minori.

L’istruttore fu arrestato con l’accusa di aver palpeggiato una sua allieva, che all’epoca dei fatti aveva solo 14 anni. La minore si rivolse prima al suo fidanzato e poi ai genitori rivelando di essere stata sottoposta a massaggi poco convenzionali dal suo istruttore. Nel corso delle indagini emerse la testimonianza di un’altra ragazzina che sarebbe stata palpeggiata nella stessa palestra quando aveva 13 anni. Il racconto delle due, che non si conoscevano, secondo gli investigatori coincideva. Approfittando del suo ascendente, l’istruttore le avrebbe sottoposte a massaggi in una stanza chiusa a chiave, palpandole nelle parti intime. Per la pubblica accusa, subdolamente l’istruttore «sfruttando la fiducia in lui riposta riusciva ad attuare i suoi intenti riprovevoli».

Interrogato dai magistrati, l’istruttore negò di aver toccato parti intime, specificando di essersi limitato a eseguire massaggi professionali alle sportive che seguiva. Secondo i difensori dell’imputato, gli avvocati Fausto Soggia e Manolo Latorre che hanno impugnato la sentenza in appello e in cassazione, l’indagine si è basata esclusivamente sulle dichiarazioni delle due presunte vittime senza ulteriori approfondimenti, come il sequestro della saletta e la verifica della reale presenza dell’imputato in palestra attraverso tabulati cellulari e altre testimonianze.

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