Sono arrivati da tutta la Puglia per respirare “il fresco profumo della legalità”. Tanti i giovani che hanno preso parte ai Campi della Legalità ospitati a Cerignola e organizzati dalla Cooperativa Sociale Altereco, in collaborazione con Arci nazionale, Spi Cgil nazionale, Spi Cgil Puglia, Legacoop Puglia, Auser Puglia e patrocinato dal Comune di Cerignola dall’assessora alla Cultura e allo Sport, Rossella Bruno.
Cerignola è una realtà complessa, segnata dalla criminalità organizzata. Tuttavia, proprio in quanto realtà complessa, essa include anche lati antitetici alla criminalità, che ad essa si oppongono e su di essa s’impongono.
Negli anni, i beni confiscati alla mafia nel territorio della città ofantina e i progetti di riconversione alla legalità si sono moltiplicati. In questo senso, la cooperativa sociale Altereco è attiva dal 2008 e dal 2011 gestendo “Terra Aut” in contrada Scarafone, terreno confiscato alla criminalità locale sul quale i detenuti possono scontare in maniera alternativa le loro pene. Lungo è l’elenco dei progetti sviluppati dalla cooperativa. Il fresco profumo della libertà”, è l’ultimo progetto portato avanti dalla cooperativa, che prevede la trasformazione di prodotti ortofrutticoli, l’avvio di un’attività di turismo sociale, la realizzazione di un orto sociale e una serie di attività di promozione del territorio, favorendo l’inclusione socio-lavorativa di sei persone in condizioni di svantaggio.
Dal giugno 2021, Altereco è cooperativa capofila di un’Associazione Temporanea di Scopo (ATS) chiamata “Le terre di Peppino Di Vittorio” (insieme alla Cooperativa Sociale Medtraining di Foggia e al Centro Servizio al Volontariato di Foggia) che gestisce un bene confiscato in contrada San Giovanni Zezza. Il bene è stato intitolato a Michele Cianci, commerciante ucciso il 2 dicembre 1991 per essersi opposto a un tentativo di rapina nel suo negozio.
La cooperativa Pietra di Scarto vanta oltre 25 anni di attività e gestisce un terreno di 12 ettari in contrada Toro dedicato a Francesco Marcone, direttore dell’ufficio del registro di Foggia ucciso nel 1995. Il Laboratorio di Legalità (così come è stato battezzato) produce pomodori, olive, vini, conserve e tanto altro.
Il lavoro è affidato di immigrati ed ex detenuti. Lo scorso novembre, don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, ha voluto essere presente per festeggiare i 25 anni di attività: «In un luogo come questo bene confiscato occorre sostituire una vocale in una parola: da coltura in cultura. Qui si celebra tutto questo: un innesto tra la coltura che affonda le sue radici nella terra e il bisogno di cultura che affonda le radici nelle coscienze».
Tante le iniziative promosse, tra le quali c’è Pomovero, la passata di pomodoro libera dal caporalato: nato nel 2016, il progetto è attuato da un gruppo di lavoro composto da due cooperative sociali del Barese, una masseria didattica di Casamassima e da Pietra di Scarto. L’obiettivo è di applicare i principi di giustizia sociale e di sostenibilità ambientale attraverso la gestione trasparente della filiera produttiva.