Approssimandosi il 31 dicembre, vale a dire la data di scadenza di “Quota 102” (64 anni d’età e 38 di contribuzione per l’uscita dal lavoro), introdotta dal Governo Draghi dopo la fine della sperimentazione triennale di “Quota 100”, ci si pone l’interrogativo di come si possa sostituire questa misura per evitare il ritorno della “Legge Fornero” in forma integrale con il limite di 67 anni per ottenere l’agognata pensione. Allo stato attuale, non possono avanzarsi ipotesi in ordine alle scelte di carattere politico che saranno prese dal governo che si insedierà a seguito dell’imminente tornata elettorale. Pertanto, in mancanza di documenti programmatici governativi, non resta altro che affidarsi ai dati ufficiali comunicati dall’Inps nel rapporto annuale 2021. In particolare, l’Istituto di Previdenza ha precisato che sono possibili tre interventi, alternativi a Quota 102, con una stima di aumento dei costi non indifferente:
I) La prima proposta si basa sul calcolo contributivo e prevede l’uscita dal mercato del lavoro con 64 anni d’età e almeno 35 di contributi, a condizione di aver maturato un trattamento pari a 2,2 volte l’assegno sociale (avrebbe un impatto di circa 900 milioni di euro il primo anno e 3,8 miliardi di euro nel 2029).
II) La seconda proposta prevede l’uscita anticipata, con 64 anni d’età e 35 di contributi, ma con una penalizzazione del 3% della pensione retributiva per ogni anno di anticipo rispetto alla soglia di vecchiaia (avrebbe un impatto di circa 1 miliardo di euro il primo anno e di 5 miliardi di euro nel 2029).
III) La terza proposta fa riferimento all’anticipo della sola quota contributiva della pensione a 63 anni di età e 20 anni di contributi, con recupero della fetta retributiva al raggiungimento dei requisiti di vecchiaia (l’impatto sarebbe di 500 milioni di euro il primo anno e di 2,5 miliardi nel 2029).
Pare evidente che, di fronte a dati statistici così allarmanti in ordine alla spesa pubblica, non è facile individuare quali possano essere le categorie che saranno avvantaggiate o svantaggiate in quanto sarebbe opportuno, preliminarmente, individuare dei criteri di scelta (inconfutabili) delle categorie protette nonché dei lavoratori c.d. precoci.
L’avvocato Francesco Di Bono è Legale Itl Bari