È stato presentato un emendamento al disegno di legge di conversione del Dl Aiuti bis che prevede l’innalzamento del limite d’impignorabilità sulle pensioni, da quello attuale che è di 702,42 euro, fino a mille euro, al fine di tutelare i titolari di pensioni basse.
Attualmente le pensioni in Italia sono pignorabili fino ad un limite previsto dalla legge, per garantire il sostentamento a un soggetto che è considerato più debole. Al pensionato con reddito basso, dunque, resta poco per sopravvivere. L’emendamento modifica l’articolo 545 del codice di procedura civile che al comma 7 prevede, appunto, il limite d’impignorabilità delle pensioni. Secondo la norma vigente, tale limite è pari “alla misura massima mensile dell’assegno sociale, aumentato della metà”, senza alcun importo minimo.
La parte che eccede tale importo, invece, è pignorabile nei limiti di un quinto. Poiché, per l’anno 2022, l’importo mensile dell’assegno sociale è di 468,28 euro, ne consegue che il vigente «minimo vitale» è pari a 702,42 euro (cioè 468,28 euro moltiplicato 1,5). Invece, se sarà approvato a breve l’emendamento nel Dl Aiuti bis che il Governo sta sottoponendo al voto dei partiti, il «minimo vitale» diventerà pari al doppio dell’assegno sociale e con un minimo fissato di almeno 1.000 euro. Il resto della norma, invece, non è modificato. Ebbene, considerando anche gli aumenti dei prezzi collegati all’inflazione, questa modifica normativa appare indispensabile per garantire a tutti di vivere dignitosamente anche in presenza di un pignoramento.
Segnalo anche che lo Sportello sociale anticrisi, con l’avv. Monica Mandico, ha promosso una petizione online sulla piattaforma “change.org” che merita sostegno e che anche Confconsumatori invita a sottoscrivere.
Antonio Pinto è avvocato – Confconsumatori Puglia