«Costruire, non con i soldi, ma con la forza delle idee, un Bari in grado di diventare in tre anni una squadra importante». Tradotto: un Bari in grado di vincere entro il 2025. È Ciro Polito a togliere i veli dagli obiettivi della società biancorossa impegnata, da neo promossa di lusso, nel campionato di Serie B. Il direttore sportivo, in occasione della conferenza stampa convocata per presentare l’accordo del suo rinnovo di contratto e per tracciare il bilancio sul calciomercato, mette pesi e contrappesi per misurare la forte ambizione, mai nascosta dal presidente Luigi De Laurentiis.
«Quando sono venuto qui avevo una missione: portare il Bari il più in alto possibile. Ringrazio il presidente per avermi accontentato, anche sul mercato. Non hanno mai obiettato, dandomi la massima libertà». Un principio fondamentale per tenersi stretto Polito, che proprio per motivi diametralmente opposti interruppe precocemente la sua penultima esperienza di ds ad Ascoli.
Il responsabile dell’area tecnica biancorossa si dice soddisfatto dell’esito del mercato, ma «non al 100%». A pesare, spiega, una libertà di manovra «limitata» anche dalle cosiddette «zavorre». Quei tanti esuberi che avevano fatto ammattire già un anno fa l’ex portiere della Juve Stabia, insieme al mancato arrivo di un terzino sulla corsia sinistra della difesa.
Ad ispirare le scelte di mercato fame e motivazione, qualità che per Polito deve incarnare chi veste la maglia del Bari: «Voglio una squadra che abbia il mio dna. Gente che abbia voglia di scoppiare il pallone in ogni situazione».
E così niente da fare per La Mantia e Moncini, i primi ad essere trattati dal ds biancorosso, poi finiti entrambi alla Spal per motivi diversi. Il primo anche a causa dei suoi trascorsi nel Lecce, che lo hanno allontanato da Bari. Il secondo perché non convinto dalla scelta pugliese. «Ci sono rimasto male», l’ammissione di Polito.
Porte chiuse anche per Zaza, cercato sì, ma solo per caso un «mesetto fa dopo una chiamata ricevuta» dal suo omologo del Torino: «Quando ho fatto la smentita a Sky Sport (9 luglio) non ci avevo mai nemmeno pensato. Non racconto sciocchezze. In seguito ci ho provato, prima mi ha dato un’apertura, ma poi mi ha consigliato di non perdere tempo. Non voleva scendere in B, e se l’avesse fatto, avrebbe scelto Bari». Alla fine non se n’è fatto nulla, per questioni di soldi, fa capire tra le righe Polito, ma anche perché non convinto del tutto dagli stimoli non sufficienti per accettare quella che sarebbe stata una sfida difficile ed una scelta di vita.
La realtà porta invece alle (belle) sorprese di Cheddira e Caprile. «Due giocatori importanti giovani per costruire un Bari vincente. Tutta Italia mi ha chiamato per Walid, con ogni probabilità verrà convocato dal Marocco per le amichevoli pre Mondiale con Cile e Paraguay a Barcellona», rivela Polito. «Una grande soddisfazione anche per il Bari. È un traguardo che si è guadagnato per la sua grande voglia di arrivare».
Proprio la probabile assenza dell’italo marocchino in vista della partecipazione del Marocco in Qatar a novembre e le incognite sulla condizione fisica della «scommessa Ceter» hanno spinto il ds al doppio colpo in attacco dell’ultimo giorno di mercato: Schiedler, «Mr. 2 milioni di euro», e Salcedo, che Ronaldo, presidente del Valladolid, ha tentato di soffiare al Bari a poche ore dal gong, il retroscena raccontato dal dirigente campano. «Eddie ha scelto Bari. Ho preso due giocatori che offrono all’attacco diverse varianti, per non lasciare nulla al caso». Polito quindi mette l’accento sull’importanza del «sempre eterno Antenucci», che ieri ha spento 38 candeline, e di Di Cesare, giocatori presi a modello per la professionalità e l’impegno dimostrati nonostante non siano più ragazzini.
Infine l’appello accorato ai tifosi: «Dico alla gente di avere pazienza perché abbiamo una squadra giovane. I tifosi possono sognare? Saranno liberi di farlo quando costruiremo una base importante per insidiare i grandi club.»