Ha esordito in giallorosso a Napoli, contro la squadra della sua città, e ieri è stato presentato alla stampa in conferenza, allo stadio “Via del Mare”.
Giuseppe Pezzella, terzino sinistro, l’ultimo giocatore ingaggiato dal Lecce, porta il cognome di un difensore che i tifosi salentini ricordano con affetto e rammarico. Ciro Pezzella. Il calciatore giallorosso deceduto in un incidente stradale mentre si recava a Bari per poi raggiungere in treno i compagni di squadra a Varese. Era nato a Ercolano.
Il fatto che un uomo del Sud si sia fatto amare e apprezzare inorgoglisce il terzino del Lecce. Lo ha dichiarato. E lo stesso difensore ha citato più d’una volta quella parte d’Italia. «Sono un uomo del Sud, quindi appena si è presentata l’occasione di venire a Lecce non ho esitato» ha riferito. Lo voleva il Getafe, club spagnolo, ma nella squadra del capoluogo salentino si prospettava, ha rivelato, «l’opportunità di giocare con continuità». E poi sarà più agevole per lui tornare ogni tanto nella sua Napoli per svegliarsi nel letto in cui dormiva anche quand’era bambino, ritrovarsi in famiglia. Il suo relax, ha detto ai cronisti.
Ventiquattrenne, Giuseppe Pezzella ha collezionato 112 presenze in serie A, quattordici in Nazionale under 21. Ha militato in Atalanta, Palermo, Genoa, Udinese e Parma. Durante la scorsa stagione, nelle file dei bergamaschi, è stato impiegato in tre partite della Champions League ed è stato in campo in quattro incontri di Europa League. A Lecce concorre con Gallo per un posto da titolare sulla corsia mancina.
Atleticamente non è ancora al meglio della condizione, ma il giovanotto rassicura: «Sto lavorando per essere pronto al cento per cento il più presto possibile». A Napoli si è fatto valere, anche usando un po’ di mestiere. Già a suo agio nella difesa disegnata da mister Baroni, composta da quattro elementi. Non una novità per lui. Cosa vuole l’allenatore dei giallorossi? «Ci chiede principalmente di essere determinati e di correre». Quali accorgimenti indica Baroni? «In base all’avversario ti adatti: non puoi giocare tutte le partite allo stesso modo». E infatti: «A Napoli magari è stata una partita un po’ più accorta, difensiva, come si è visto». Però:«Alla fine l’importante è portare punti a casa: non so come, non so quando, ma quello ci serve». Sante parole, che bisogna tradurre in pratica a ogni partita. Domenica pomeriggio si disputerà quella col Monza, altra squadra che lotta per restare nella massima categoria del pallone. Per i salentini la ghiotta occasione di ottenere la prima vittoria. Pezzella minimizza: «Sarà una partita importante ma non determinante». La sfida quindi sarà affrontata, ha precisato il terzino, «senza mettere neanche troppa pressione, perché siamo solo all’inizio del campionato». Uomo verace del Sud, di una parte d’Italia che mette il cuore per sopperire alle proprie debolezze, il promettente Pezzella incarna lo spirito di un Lecce che è tutto animo e fatica, ben lungi dalla classe delle squadre di grandi città. A Napoli il terzino giallorosso ha speso più energie di quelle che si prevedeva potesse offrire: «Il mister aveva detto che avevo quarantacinque minuti nelle gambe, poi quando sei dentro la partita è difficile voler uscire, oppure fermarti: se stai bene continui, poi è normale che non puoi essere al topo per tutti i novanta minuti; però riesci a gestirti, riesci comunque a finirla, la partita». Il cuore contro fior di campioni che Pezzella dovrà affrontare. In allenamento invece il terzino si confronta con le accelerazioni dello zambiano Banda. Come si può fermare l’ala sinistra del Lecce? Pezzella non nutre dubbi: «Ci vuole il fucile…».