L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha rassicurato che la mancanza di elettricità alla centrale di Chernobyl non dovrebbe comportare alcun impatto critico sulla sicurezza. A lanciare l’allarme è stato il Ministro degli Esteri ucraino, chiedendo un cessate il fuoco per ripristinare l’energia ed evitare rischi alla sicurezza. E tuttavia a due settimane dallo scoppio del conflitto, la minaccia nucleare si riaffaccia per la terza volta.
Che sia l’incubo che agita il sonno di tutti i Paesi che assistono alla guerra non è un mistero. Soprattutto se attorno al nucleare si esprime buona parte della strategia russa per tenere lontana la Nato da forme più attive di intervento, a cominciare dalla No fly zone chiesta a gran voce dal leader ucraino Zelensky. Lo scorso 27 febbraio Putin ha ordinato al comando militare di mettere in allerta le forze di deterrenza nucleare come risposta alla mobilitazione atlantica. Tutto questo avveniva mentre la delegazione ucraina era in viaggio per il primo incontro con quella russa. Un modo per esercitare una pressione psicologica in vista del primo negoziato. La Nato e gli Stati Uniti hanno deciso di non rispondere con un’iniziativa di egual portata, consapevoli che questo avrebbe potuto segnare un ulteriore salto nella crisi. Ma il pericolo nucleare non riguarda soltanto il lato militare. In Ucraina ci sono 4 centrali nucleari attive, tra cui Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, caduta venerdì scorso sotto il controllo dei russi. Lì, durante i combattimenti notturni, si è temuta l’ecatombe. L’esercito russo ha bombardato la centrale, facendo divampare un incendio che non ha però riguardato strutture essenziali né i reattori, ma solo edifici secondari. Le autorità ucraine e l’Aiea non hanno rilevato perdite o emissioni di materiale pericoloso, tanto che dalle parti americane si è visto in questo attacco un nuovo tentativo di Putin di spaventare l’Occidente. E ieri, il nuovo allarme legato alla centrale di Chernobyl. L’impianto è definitivamente chiuso nel 2000. Un sarcofago copre il reattore esploso nel 1986 e il combustibile nucleare ancora altamente radioattivo. Per questo la centrale è controllata da remoto con un sistema contro la perdita di radiazioni. Un suo mancato funzionamento è l’incubo nell’incubo di questa guerra.