(Adnkronos) – Rigettati i ricorsi di Vodafone e Fastweb sulla fatturazione a 28 giorni. La Cassazione ha infatti dichiarato inammissibili i ricorsi di Fastweb di Vodafone contro la sentenza del Consiglio di Stato che aveva già respinto l’appello delle compagnie tlc contro la decisione del Tar del Lazio che tra il 2018 e il 2019 aveva rigettato l’impugnazione della delibera con cui l’Agcom aveva imposto agli operatori di “ritornare alla fatturazione su base mensile o suoi multipli per i servizi di telefonia fissa e ad una periodicità almeno quadrisettimanale per quelli di telefonia mobile”. Le sezioni unite della Suprema Corte in prima battuta spiegano innanzitutto che “l’eccesso di potere denunziabile con ricorso per cassazione per motivi attinenti alla giurisdizione va invero riferito alle sole ipotesi di difetto assoluto di giurisdizione (…) o di difetto relativo di giurisdizione”.
I supremi giudici nella sentenza 26164 sul ricorso di Fastweb, sottolineano come la fatturazione delle bollette a 28 giorni abbia determinato un “aumento di circa l’8,6% delle condizioni economiche per i contratti di telefonia fissa” e quindi è stata ritenuta “’pregiudizievole per l’utenza’ in quanto determinante un ‘aumento tariffario’ mediante ‘non già libere scelte imprenditoriali degli operatori di tlc’ ma particolari ‘modalità della cadenza di fatturazione’ in un mercato quale quello della telefonia fissa ‘tradizionalmente connotato da periodi di fatturazione ordinaria su base mensile’”.
Una pratica, si legge, “non rispettosa della dovuta trasparenza nei confronti degli utenti, in quanto sostanzialmente rivolta a realizzare aumenti tariffari di non immediata percezione da parte dei consumatori”. Per i supremi giudici, inoltre, si è trattato di una condotta “sleale (…) che indusse l’utente, grazie all’apparente piccolo scarto tra 28 giorni e mese intero a sottovalutare tal sottile discrepanza e non cogliere fin da subito l’aumento”.