Che cosa significa tradurre? Se si parla di Annie Ernaux, scrittrice francese ormai ascesa tra i classici (i pochi viventi, se non l’unica) in Francia e non solo, Premio Strega Europeo nel 2016, significa «muoversi sul filo di una lama affilata», perché affilata è la sua scrittura. «Plate» in francese, come Ernaux stessa la definisce; sembrerebbe voler significare «piatta», ma vuol dire invece tagliente, affilata. A dirlo è Lorenzo Flabbi, che Ernaux l’ha tradotta e pubblicata in Italia. Flabbi è infatti traduttore (anche di Salman Rushdie, tra gli altri) e il fondatore insieme a Marco Federici Solari della casa editrice L’Orma, che il 4 ottobre di quest’anno compie 10 anni e in catalogo ha quasi tutte le opere di Ernaux. A Matera il 1 settembre per l’apertura della seconda edizione della rassegna “Scrittori allo Specchio”dell’associazione Amabili Confini, dedicata ai traduttori e alle traduttrici dei capolavori della letteratura e ideata da Francesco Mongiello, Flabbi ha incantato una sala convegni del Museo Nazionale D. Ridola di Matera gremita per quasi un’ora. D’altronde Ernaux è un caso più unico che raro di questi tempi nel panorama della letteratura mondiale: in Francia è studiata perfino nelle scuole, cosa che avvia quello che Flabbi definisce un vero e proprio «processo di canonizzazione» e i suoi “Gli Anni” e “L’Evento”, quest’ultimo diventato anche un film, sono tra i libri degli ultimi anni più letti e amati dai lettori. «La traduzione è in primo luogo una testimonianza di lettura – continua Lorenzo Flabbi -, ti sto dicendo che cosa ho letto dentro quel testo originale. È il primo livello, al quale poi si sovrappongono tutti gli altri». “Gli Anni” è stato definito una “autobiografia universale”, definizione che a detta di Flabbi deriva dalla compenetrazione dello spirito del tempo nella narrazione del sé, che l’autrice per la prima volta individua ed è capace di sviscerare: «Ernaux cambia il paradigma dell’autobiografia, capisce che l’io della autobiografia è molto determinato socialmente. Comincia a fare questo discorso sugli altri, poi lo riporta su di sé. È un’autobiografia impersonale e universale». È la genesi di un libro del quale, Flabbi ne è certo, si continuerà a parlare negli anni a venire. Per continuare a parlare di traduzioni dei libri più amati, intanto, bisogna aspettare il prossimo incontro di “Scrittori allo Specchio”: appuntamento a mercoledì 7 settembre alle 18:30 al Museo Ridola, nientemeno che con “Il Grande Gatsby” e la sua traduttrice Franca Cavagnoli.
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Di Paolo Ruscitto24 Novembre 2024