Il giornalismo deve fare sempre la propria parte. Anzi, dovrebbe. Di più, in Italia avrebbe dovuto. Questo ruolo è abbastanza semplice, ma fondamentale in particolare per i diritti individuali e collettivi: descrivere la realtà per quella che è e, specie per i giornali locali, portare quasi direttamente quella realtà in pagina. Questo è impedito, è stato sostanzialmente impedito in Italia – storicamente priva di un vero “mercato dell’informazione” – dall’auto referenzialità del giornalismo, del mestiere, dell’intellettuale-giornalista. Che si sovrappone alla realtà: nel migliore dei casi retoricamente, con il “bello scrivere”, con l’intenzione di formare più che informare il cittadino. Nel peggiore, in coerente e diretto collegamento con gli interessi degli editori, che in Italia storicamente li hanno altrove. Con l’auto referenzialità – nella quale eufemisticamente si può contenere tutto – ovviamente saltano sia qualsiasi etica del giornalismo sia ovviamente il “rispetto della verità”. Questo è sempre stato il problema e lo è ancora, nonostante la crescita di numero delle “piattaforme” informative. Quindi, sarebbe importante che i giornalisti e i giornali, che nel nostro Paese sembrano e sono prevalentemente interessati alle opinioni e all’opinionismo, praticassero finalmente e prevalentemente la via maestra: i fatti separati dalle opinioni, al servizio dei lettori/cittadini.
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Di Redazione27 Novembre 2024
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