La parola “gratis” è da sempre una grande calamita. Anche se, nel sempre troppo bistrattato ambito culturale, a volte può tramutarsi in una vera e propria calamità. Ben vengano, comunque, tutte le iniziative – gratuite o a pagamento- che servano a sensibilizzare sulla conoscenza e sull’informazione. Tra queste un ruolo di spicco riveste ormai da diversi anni quello della prima domenica del mese di visita gratuita ai musei e ai siti archeologici che, voluta nel 2014 dall’allora ministro Dario Franceschini, è tornata a rivedere la luce lo scorso 3 aprile dopo due anni di sosta forzata a causa del lockdown. Una iniziativa bella e appagante che è stata ripagata dai risultati, se si considera che, nella sola Palermo, tanto per dirne una, c’è stato un netto incremento delle visite rispetto alla corrispondente domenica del 2019.
Numerosi i luoghi visitabili nella nostra Puglia. Tra questi pensiamo al castello svevo di Bari e di Trani, a Castel del Monte e a quello di Gioia del Colle e ai vari siti archeologici nostrani. Tutte autentiche bellezze da scoprire e gustare, non solo quando vi si può accedere gratuitamente. L’occasione è stata comunque propizia per chi scrive per ritornare a visitare il castello normanno-svevo di Bari. Che poi non ho mai capito perché nell’accezione comune si chiami solitamente soltanto Svevo, visto che sembra sia stato proprio il re normanno Ruggero II a volerlo nel lontano 1131. Un castello imponente, la cui forma trapezoidale e la bella estetica ancora rubano l’occhio dei turisti, e che di storie ne ha viste davvero tante. Conoscendo fasi di restaurazioni, come quelle operate da Federico II di Svevia e Carlo d’Angiò, e anche autentiche trasformazioni, come quelle operate per esempio da Isabella d’Aragona e dalla figlia Bona Sforza, che l’hanno a quanto pare circondato della cinta muraria bastionata che lo contraddistingue. Quella Isabella d’Aragona, duchessa di Bari, che si dice da talune parti sia in realtà la vera Monna Lisa dipinta dal genio di Leonardo da Vinci. Un castello che è una autentica goduria per gli occhi e che spicca all’attenzione del passante che provi a recarsi nel centro storico. Situato com’è a un passo sia dalla cattedrale che dalla famosa “via delle orecchiette baresi” che dal porto cittadino. Un castello che ospita al suo interno anche “perle” preziose, come per esempio la sua gipsoteca e che val davvero la pena visitare.
Le prime domeniche del mese sono così. Regalano quell’atmosfera unica che fanno sembrare certe visite quasi una vacanza. Dando alle nostre città quella forma “british” che si può per esempio respirare a Londra, dove le visite al British Museum e al Museo di Storia naturale, per esempio, sono gratuite e sempre piene di gente. Gente che, però, diciamo anche questo, poi lascia sempre la “mancia”. Un’abitudine che, se vogliamo conservare il nostro patrimonio storico-artistico, sarà bene incentivare e che potrà magari servire anche a ottimizzare ulteriormente i servizi di accoglienza e di guida che sono volti a far comprendere come la cultura non sia noiosa e che, anche di lunedì, con la cultura sarebbe così sempre domenica.