Ammontano a 33,8 miliardi di euro gli investimenti destinati alle regioni del Mezzogiorno sui 61,4 miliardi delle risorse del Pnrr e del Piano nazionale complementare assegnati al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile (Mims). Si tratta – spiega lo stesso ministero – del 56% delle risorse allocabili territorialmente, «una quota ben superiore al 40% da destinare al Sud prevista nel Pnrr».
Tra gli interventi previsti, in particolare, progetti per ridurre le disuguaglianze territoriali infrastrutturali, migliorare le interconnessioni e i servizi di mobilità, potenziare i porti, migliorare la qualità dell’abitare e degli edifici pubblici, ridurre le perdite idriche, puntando a favorire la competitività delle imprese, la qualità della vita e l’accelerazione della transizione ecologica.
Se si considerano «le sole risorse aggiuntive rispetto a quelle previste a legislazione vigente, la quota per il Sud degli investimenti di competenza del Mims sale al 63%, segno della chiara volontà del ministero di accelerare il recupero del divario territoriale in termini di infrastrutture e mobilità che ancora penalizza le aree meridionali».
In particolare – viene spiegato – è destinato «alle regioni del Mezzogiorno il 48% delle risorse del Pnrr di competenza del Mims e il 75% delle risorse del Piano nazionale complementare».
Per alcuni investimenti «le allocazioni territoriali sono già individuate all’interno dei due piani, come quelle relative all’alta velocità ferroviaria per passeggeri e merci per le linee Salerno-Reggio Calabria (1,8 miliardi dal Pnrr per i lotti che saranno completati entro il 2026 e 9,4 miliardi da Piano nazionale complementare per il resto della tratta), Napoli-Bari e Palermo-Catania».
Allo stesso modo sono «già allocati dal Pnrr i fondi destinati al potenziamento e velocizzazione delle tratte ferroviarie che consentono le connessioni “diagonali”, come la Roma-Pescara e la Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia».
Per gli investimenti di competenza diretta o indiretta del Mims – continua il ministero – «la ripartizione e allocazione delle risorse su base regionale riguarda oltre 25 miliardi. Di essi 13 miliardi (oltre il 50%) sono stati attribuiti alle regioni del Mezzogiorno. Un’attenzione particolare è stata rivolta alle misure per migliorare la mobilità e gli spostamenti locali, che interessano soprattutto lavoratori e studenti, e per ridurre l’inquinamento nei centri urbani». Come per esempio «gli investimenti per 983 milioni di euro dedicati al Mezzogiorno per il rinnovo degli autobus extraurbani e urbani, così da migliorare la qualità dell’aria e ridurre le emissioni inquinanti, con particolare riguardo ai grandi Comuni e a quelli che presentano tassi di inquinamento più elevati».
Al Mezzogiorno va «oltre il 50% delle risorse previste per lo sviluppo della mobilità ciclistica (urbana e turistica), il 74% delle risorse dedicate al potenziamento delle ferrovie regionali (oltre 2 miliardi su un totale di 2,7 miliardi). I territori del Sud beneficeranno anche del 100% delle risorse previste per i treni ‘Intercity verdi’, pari a 200 milioni di euro».
Una quota importante di risorse è «anche attribuita ai porti del Mezzogiorno, oltre 1,5 miliardi pari al 44% del totale nazionale di 3,4 miliardi e 80 milioni sono destinati al rinnovo e potenziamento delle navi che operano sullo Stretto di Messina. La totalità delle risorse del Pnrr destinata a interventi per favorire la competitività e lo sviluppo delle Zone economiche speciali (Zes), pari a 630 milioni di euro, è stata allocata nelle aree del Sud. Per migliorare le infrastrutture idriche sono state ripartite nelle regioni del Mezzogiorno risorse pari a 1 miliardo su complessivi 2 miliardi, mentre per la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica e il progetto “Pinqua” sulla qualità dell’abitare le risorse del Pnrr e del Piano nazionale complementare assegnate al Sud ammontano a 2 miliardi su complessivi 4,8 miliardi, il 42%».
Per alcuni investimenti in via di definizione «i provvedimenti attuativi terranno comunque conto del rispetto della quota minima del 40% per le regioni del Sud. È il caso dell’investimento sul progetto di mobilità integrata “Mobility as a service” realizzato in collaborazione con il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale e l’investimento per lo sviluppo della filiera industriale degli autobus elettrici. Sono in via di definizione e non ancora regionalizzati gli interventi relativi alla sperimentazione dell’idrogeno nel trasporto ferroviario».