Saranno ultimati a marzo i lavori del Baleolico, il primo parco eolico offshore d’Italia situato proprio nelle acque di Taranto. L’effettiva entrata in funzione dell’impianto sarà legata poi al completamento dei lavori relativi agli allacci con la rete che collega il parco alla sottostazione Terna, situata in località Triolo, a due passi dalla statale 106. E proprio dal gestore della rete nazionale dipenderà anche quando effettivamente l’energia “verde” entrerà in circolo nella rete che poi la diffonderà su larga scala.
Ad oggi è stata completata l’installazione della prima di dieci turbine – denominate aerogeneratori G07 – che una volta in funzione, produrranno oltre 58mila megawatt ora. Energia, questa, che contribuirà auspicabilmente al raggiungimento dell’obiettivo imposto dal piano energetico nazionale, che prevede per l’Italia 114 gigawatt di energie rinnovabili entro il 2030.
Renexia, la società titolare del progetto dell’impianto, non nasconde le sue ambizioni: «Ci stiamo impegnando per creare una filiera industriale intorno al parco, per valorizzare le risorse imprenditoriali e professionali già presenti nell’area e far nascere una filiera italiana per la realizzazione e gestione di parchi eolici offshore, per far diventare così Taranto il punto di riferimento di questo settore» ha dichiarato il direttore generale della società, Riccardo Toto.
Da questo punto di vista, è già stato siglato un accordo con la cooperativa dei barcaioli del capoluogo ionico, che punta alla creazione di un indotto che faciliterà l’approvvigionamento energetico degli operatori ionici coinvolti in un’ottica “green”. Non si conoscono in questa fase le modalità attraverso cui l’energia verde raggiungerà effettivamente i cittadini, nella misura in cui si tratta di una rete – quella che connetterà effettivamente il parco alla città – ancora in costruzione. Taranto, tuttavia, si candida a diventare uno degli avamposti nazionali per la produzione di energia “pulita” grazie a due “nuovi” asset di rilievo: il vento ed il mare.